Alessandro Lonzardi

COMUNICATO STAMPA

Esposizione Personale di Arte Contemporanea in realtà aumentata 3D: Forma della Memoria

Artista: Alessandro Lonzardi

Quando: dal 21 al 28 aprile 2015

Inaugurazione: martedì 21 aprile, dalle 18.30 alle 21.00.

Dove: VGallery00 - Cento Virtual Space,  www.centovirtualspace.com

Curatore: Pamela Cento

Coordinator: Giulia Antonelli

Staff: Cento Produzioni Arte & Comunicazione.

Info: www.centoproduzioni.com - www.centovirtualspace.com - Gruppo Facebook: Cento Virtual Space.

Produzione: Cento Produzioni Arte e Comunicazione.

Lo spazio virtuale www.centovirtualspace.com è stato inaugurato il 13 aprile con grande successo: numerosi i visitatori che al sito si sono collegati da tutto il mondo per godersi comodamente da casa le esposizioni di arte visiva proposte nelle diverse VGallery presenti nello spazio in realtà aumentata 3D dedicato a tutti i generi e stili artistici.

Martedì 21 aprile nella VGallery00 del Cento Virtual Space (www.centovirtual.altervista.org/vgallery00.html) alle 18.30 si inaugura l’esposizione di Alessandro Lonzardi dal titolo Forma della Memoria.

Al di là dei tecnicismi scientifici: cos’è la memoria? E qual è la sua sostanza? Come si può esprime e rappresentare con l’arte digitale?

Nelle opere più incisive e mature dell’artista Lonzardi, la forma della memoria è ricca di silenzio, immobilità e sintesi, è forma essenziale a cui è stata tolta qualunque ridondanza.

E’ memoria continuamente interrotta, in cui prevale il distacco che si crea nel tentare di ricordare, quella ricerca di messa a fuoco che non arriva fino alla fine: di quando tutto, malgrado i nostri sforzi, continua a rimanere sfocato, impreciso e senza una definizione. Forma come fragile corpo gravitazionale, struttura così labile e lontana posizionata dentro un altrove, nello spazio, vuoto e pieno di oscurità, nero nitido (quello sì) dell’abisso dalla cui interiorità si generano bagliori, lampi, aloni e punti luce enigmatici e saturi di colore.

Struttura esistenziale che porta il fruitore in un luogo di sospensione, nell’orizzonte tra passato e presente, in cui si galleggia sospinti da una gravità stellare e umana, un mondo sensibile che ci potrebbe far cadere giù, se non fosse per quell’appiglio di luce impalpabile. La forma della memoria in Lonzardi appare all’improvviso multiforme ed evanescente, eccola dentro gli occhi che si aprono per cercare di vedere meglio e ricordare, è luce che, come fosse sole, penetra e confonde la pupilla ne “Il Sole in alto a destra”, è ricezione mnemonica malsintonizzata in “Jupiter” ed ancora è cicatrice, frammento di vita, dentro agli occhi semichiusi che vogliono vedere e nascondere al tempo stesso, in “Damned scars”.

Qual è allora la forma della memoria? In Lonzardi è una serie di istantanee statiche del flusso fugace, imprendibile, impalpabile e pieno, del tentativo di scavare nelle emozioni del proprio vissuto (dal testo critico di presentazione all’esposizione di Pamela Cento).